Innesto
E’ pratica consolidata differenziare le proprietà dell’apparato radicale da quelle aeree di una pianta.
Innestare, cioè inserire una pianta in un’altra, consiste nell’unire la parte che ha radici nel suolo, detta portainnesto, con un ramo o un germoglio di una pianta differente detta nesto o marza.
Molto utile risulta questo metodo quando si vuole trarre vantaggio dalle caratteristiche del portainnesto, le quali possono essere : migliore resistenza climatica e maggiore affinità al terreno; robustezza ai parassiti e ai marciumi radicali, come nel caso della vite europea, con la vite americana come portainnesto più resistente alla filossera;particolari proprietà fenologiche del portainnesto, delle quali il nesto trae beneficio; la vigoria del portainnesto in base alla vigoria della marza, al sesto d’impianto, alla tipologia di vitigno.
La tipologia degli innesti è molto varia, e si possono raggruppare in due ampie categorie:
Innesti a marza : a spacco, sottocorteccia, spacco inglese.
Innesti a gemma : a scudetto,a doppio scudo, a zufolo.
Le normative nazionali riguardo portainnesti e talee da innesto,impediscono l’uso di varietà non derivanti da selezione clonale nel caso della vite.
Di seguito un elenco dei portainnesti più utilizzati e loro tipicità.
Kober 5BB : portainnesto molto diffuso, resistente alla siccità ed adatto a terreni argillosi.
1103P : è un portainnesto adatto a terreni con poca fertilità, adatto a terreni calcarei e argillosi
420A : molto resistente, utilizzato in caso di sesti d’impianto densi
41B : vigoroso, utile nei casi di sensibilità alla clorosi e in terreni calcarei; teme terreni freddi.